“Sono così stordito del niente che mi circonda [...]. Non ho lena di concepire alcun desiderio, neanche della morte, non vedo più divario tra la morte e questa mia vita, dove non viene più a consolarmi neppure il dolore. [...] morte tutte le passioni, come sono spente nell’animo mio, che ne vo fuori di me.”
“Una voce o un suono lontano, o decrescente e allontanatesi appoco appoco, o echeggiante con un’apparenza di vastità è piacevole per il vago dell’idea.”
”Il mondo e gli oggetti sono in un certo modo doppi. [...] Trista quella vita (ed è pure tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che gli oggetti semplici.”
”Il poetico, in uno o in un altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago.”
”Il piacere infinito che non si può trovare nella realtà, si trova così nell’immaginazione. [...] Perciò non meraviglia:
che la speranza sia sempre maggiore del bene;
che la felicità umana non possa consistere se non nella immaginazione e nelle illusioni.“
”La malinconia, il sentimentale moderno ec., perciò appunto sono così dolci, perché immergono l’anima in un abisso di pensieri indeterminati, de’ quali non sa vedere il fondo né i contorni.”
”L’anima si immagina quello che non vede, [...] e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario.“
“Oh giorni orrendi in così verde etade!”
”a pensar come tutto al mondo passa,
e quasi orma non lascia.”
”Noi per le balze e le profonde valli
natar giova tra’ nembi, e noi la vasta
fuga de’ greggi sbigottiti, o d’alto
fiume alla dubbia sponda
il suono e la vitutrice ira dell’onda.”
“Arcano è tutto,
fuor che il nostro dolor. Negletta prole
nascemmo al pianto.”
“Virtù non luce in disadornò ammanto.”
“Vivi felice, se felice in terra
visse nato mortal.”
”O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? Perché di tanto
inganni i figli tuoi?”
“Questo è quel mondo? Questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?”
“Piacer figlio d’affanno;
gioia vana, ch’è frutto
del passato timore,
[...]
Uscir di pena è diletto tra noi.”
”O natura cortese,
son questi i doni tuoi,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali.”
”Umana prole cara agli eterni” (procedimento antifrastico)
”[...] assai felice
se respirar ti lice
d’alcun dolor: beata
se te d’ogni dolor morte risana.”
“Nasce l’uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento”
”Ma perché dare al sole,
perché reggere in vita
chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita à sventura,
perché da noi di dura?”
”Questo io conosco e sento,
che degli eterni giri,
che dell’essere mio frale,
[...]; a me la vita è male”
“Al gener nostro il fato
non donò che il morire”
“Mortali, destatevi. Non siete ancora liberi dalla vita.”
”Tempo verrà, che esso universo, e la natura medesima, sarà spenta.”
“Qui mira e qui ti specchi,
secol superbo e sciocco,
[...] Per questo il tergo
vigliaccamente rivolgesti al lume
che il fe palese: e, fuggitivo, appelli
vil chi lui segue, e solo
magnanimo colui
che se schernendo o gli altri, astuto o folle,
fin sopra gli astri il mortal grido estolle.”
“mortal prole infelice, o qual pensiero
verso te finalmente il cor m’assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.”
”[...] che d’ mortali
madre è di parto e di voler matrigna.”
”Non ha la natura al seme
dell’uom più stima o cura
che alla formica”
”Così fatti pensieri
[...]
strinse i mortali in social catena”
“E tu, lenta ginestra,
[...]
ma più saggia, ma tanto
meno inferma dell’uom, quanto le frali
tue stirpi non credesti
o dal fato o da te fatte immortali.”