Fin dove può spingersi l’essere umano? Dove siamo in grado di arrivare?
Siamo in un continuo stato di oppressioni e di ansie in una società in eterno sviluppo, che ci obbliga a dare risposte prima degli altri.
Ma perché l’uomo continua a correre senza sosta? Perché siamo costretti a dover arrivare da qualche parte? Non dovremmo forse preoccuparci di altro? Del viaggio stesso che compiamo?
La società moderna è un continuo cambiamento che ci assilla e ci dice “corri”, “galoppa”, “vola”. Ma perché devo farlo? Sono inseguita dal tempo. Dalle lancette dell’orologio che rischiano di lanciarmi via e farmi perdere per sempre. Perché il tempo ci deve opprimere? Perché l’uomo in veste di collettività non è in grado di mettere un punto alla foga del raggiungimento di una destinazione? Noi stessi non sappiamo cosa c’è al traguardo. Perché continuiamo a scappare dai secondi?
Continuiamo a correre per non vedere il passato, forse. Perché vogliamo dimenticarci presto cosa è successo e ciò che ci ha spaventati tanto. Ma la società ci fa correre solo per suo gusto personale. Per prendersi gioco di noi. Una macchina da guerra che viaggia alla velocità della luce ride della nostra relativa lentezza. La cosa dubbia è che questa macchina l’abbiamo costruita noi. Per quale motivo? Perché continuiamo a richiedere agli altri di fare velocemente ciò che noi stessi non siamo in grado di creare? Come abbiamo perso la pazienza?
La pazienza di guardare il mondo. Di vedere le cose. Di non guardare il mare dall’alto ma di esplorarlo in profondità per scoprire qualunque suo segreto. Per capire. Perché il rischio della velocità è questo: perdersi ciò che è vero e bello, non comprendere a fondo l’importanza o la struttura di un certo momento, essere così ciechi da non vedere le anime.
Quanto è importante soffermarsi sui dettagli? Darsi del tempo per pensare e riflettere. Operare con calma certi aspetti della nostra vita. Comprendere ciò che dalla vita vogliamo. Correre eseguendo ciò che tutti fanno non è per caso un atteggiamento passivo? Accettiamo che la società ci plasmi a suo piacimento, senza capire quali sono le vere opzioni che abbiamo a disposizione. Perché purtroppo gran parte della nostra vita non è altro che abitudine. Abitudine a delle azioni che ci hanno imposto gli altri.
Gennaio 2020