Ho sempre immaginato per me stessa qualcosa di grande, di importante, di imponente. Un futuro maestoso per come lo volevo io.
Ora mi scontro con la quotidianità del tempo e vivo in un presente che non preannuncia alcun futuro diverso. A meno che non ci sia un cambiamento nella giusta direzione. Ma quale sia la giusta direzione io non so. Non so nulla, non oso immaginare nulla, non sono in grado di credere più a nulla.
Il cambiamento è ora, ma io non ho forze rivoluzionarie da dedicare al mio abituale presente. Quando mi renderò conto della monotonia che mi stringe le viscere e le sinapsi, solo allora potrò rompere le catene con una epifania. Ho bisogno di spazio per discendere, ma prima, di ossigeno per prepararmi all'avvento. Non subire, ma far subire.
Chi sa cosa mi aspetta.
Ho sonno, voglio dormire.