Come gli uomini, capisci? Proprio come gli uomini.
[Il Duce] è straordinario, forte e buono, il suo volto dà fiducia, quando fa il saluto romano strappa un urlo di gioia.
Il Duce sarebbe contento di noi.
Le donne non sono persone, appaiono piuttosto ombre che acquistano maggiore o minore consistenza a seconda dell’uomo che hanno affianco.
Il fascismo sceglie il corpo femminile ideale. La donna deve essere florida, con i fianchi larghi, il seno prosperoso […] al massimo un metro e 60 di altezza per 56, 60 chili di peso.
Un bel racconto, rassicurante. Ma illusorio.
Lei per molto tempo ha scritto i suoi pensieri su un quaderno, […] come se quelle poche righe dessero un senso alla sua giornata.
“L’affollamento delle donne negli altri licei […] avrebbe diminuito il fatto di essere palestre severe per i futuri capi.” Le donne sono distrazioni da eliminare.
“La colpa non è del Duce. […] La crisi viene dall’estero, lui sta facendo di tutto per tenercene fuori.”
L’Italia deve diventare un grande paese, come vuole la sua storia. Il Duce la renderà ancora più bella.
“Siamo capaci e responsabili quando gli uomini. Per fortuna c’è Il Duce. Ci tiene in grande considerazione. Prima nessuno si era accorto di quel che facevamo per la famiglia e per il paese. Lui sa bene che siamo noi a educare i giovani, i fascisti del futuro, e che da noi dipende il destino di tutti”.
Autonomia. Per il regime è una parola impronunciabile.
Paterna e sorridente, la figura del Duce.
La vita e la realtà possono essere più sorprendenti della fantasia più sfrenata.
Vorrei essere come loro, come quelle ragazze che si vedono sulle riviste e che hanno lo sguardo sicuro di chi si sente bella. Io mi sento orribile.
Abbiamo un impero.
Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore […] ci protegge, ci guida ed ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.
La bella abissina […] non fa parte della civiltà e dell’umanità.
Nelle ragazze *di colore*, l’inferiorità mentale della donna confina spesso con una vera e propria deficienza.
E’ impossibile lagnarsi quando si raggiungono risultati così importanti e si sente alla radio la voce chiara, decisa del Duce che annuncia la fine della guerra e l’inizio dell’Impero.
Le richieste di parità […] sono dimenticate.
”Non darò il voto alle donne… la donna deve obbedire.”
Un’oro all’Italia e a una giovane donna! (Ondina Valla)
”Vediamo molte donne e fanciulle darsi follemente a forme di sport sotto ogni riguardo incompatibili con la dignità e il pudore che si addicono ad esse.”
”Deve essere evitato quanto possa distogliere una donna dalla sua missione fondamentale: la maternità.”
”perché in Italia gli ebrei non saranno più graditi.”
Non siamo tutti uguali, ed è ovvio distinguere le razze. […] è giusto non fare confusione, distinguere. […] “gli ebrei non appartengono alla razza italiana” e questa mi era parsa una dichiarazione scientifica, di principio e di buon senso.
Antisemitismo? Sì, antisemitismo ma anche tanta, tanta invidia.
Eravamo ammutoliti […], quelle misure erano ingiuste, ma il Duce, probabilmente, aveva dei neimici nemici da cui difendersi.
Ed è odiata (Margherita Sarfatti) come solo una donna potente riesce ad esserlo da uomini che contano di meno e possono permettersi minore autonomia.
Così ho conosciuto la morte: non faceva rumore, era discreta, persino garbata. Tutti, però, […] sapevamo che era intransigente.
Nelle ore seguenti il dolore di ciascuno ha cercato quello degli altri. […] In pochi minuti mi sono accorta che non ero più la stessa. […] Dentro mi è penetrata una calma fino allora sconosciuta.
Evitando che la razza italica sia inquinata dal meticciato.
Le paure non servono, fanno solo danni.
Solo la mia fiducia nel Duce è rimasta intatta.
E’ stato allora, mentre guardavo il soffitto, che gli occhi mi si sono riempiti di lacrime. Silenziose, senza singulti, inarrestabili. […] Passerà, mi ripetevo, e le lacrime continuavano a scendere.
[…] Piango, piango senza ritegno. Perché mi senso sola, perché al Ministero mi considerano un’intrusa, perché la mamma è sempre tanto depressa, perché non riesco a scrivere i miei racconti.
Eppure gli uomini hanno paura delle donne.
Non lo sopporto. Non voglio essere “la povera Mara”.
A casa si respira paura per il futuro e scontentezza per il presente.
I ricordi mi fanno compagnia e mi scaldano il cuore in questi mesi d’inverno, […] nuovi ricordi riaffiorano e i vecchi si arricchiscono di particolari fino ad allora rintanati,
Si è fatta prestare due biciclette e con quelle la domenica andiamo fuori Roma.
Le donne, com’era avvenuto qualche decennio prima, prendono di nuovo il posto degli uomini.
Senza i tedeschi non ce l’avremmo fatta.
Armata Sagapò.
Non è sempre come raccontano. Bisogna saper leggere tra le righe.
Ha ragione, sono cambiata. Sono diventata più sincera e più rude, con me stessa e con gli altri.
Le donne devono tornare al “loro istinto sublime: alla violenza e alla crudeltà”.
Un alleato è un alleato, non lo si abbandona.
Preoccupazione per l’apatia della gente.
Solo io sapevo che era morto, che si comportava come un vivo ma non lo era.
Nadia non può accettare la sconfitta dei suoi ideali.
Il Duce non c’è più.
Qualcosa dentro di me si è sciolto: c’era il disastro attorno a noi.
8 settembre, ore 19.42.
C’è ancora l’Italia? E, se c’è, cos’è diventata?
Dopo il 25 luglio in tanti hanno cambiato idea. O forse solo allora hanno deciso di uscire allo scoperto.
Non so neppure esattamente che cosa sia oggi il fascismo.
La verità che abbiamo sempre saputo e negato ci è stata chiara all’improvviso.
C’era il Duce, ora è lontano.
Quel che ho perduto non posso riaverlo.
E’ possibile che chi sbaglia abbia anche ragione? […] Nadia ha sbagliato ma ha avuto fegato. Mi dice che ai miei desideri devo obbedire.
Femminismo fascista e femminismo democratico.
Un nuovo Belisario entrerà a Roma dal Sud.
Non ci saranno scontri nella città eterna.
Liberatori.
Il suo mondo non è più il mio.
E’ strano: sono triste e ho voglia di vivere. Mi sento vuota e, insieme, piena di energia.
La disperazione non viene da dentro. Sarebbe più facile dominarla. Arriva da fuori. PEr questo non si può controllare.
Avevo molte cose da raccontarle.
Il dolore mi rende egoista. E’ mio, lo voglio tenere con me. Non lo dividerò con nessuno.
Fra qualche mese andremo a votare.
Ritanna Armeni