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Caravaggio - I bari e Scudo con la testa di Medusa

Uno dei più famosi artisti italiani è sicuramente Caravaggio, o MIchelangelo Merisi. Personaggio dalla vita travagliata e dalla psicologia singolare, è stato in grado di farsi spazio tra la folla grazie al suo precoce talento artistico. Le sue opere, facilmente riconoscibili anche da occhi poco esperti, hanno affascinato ed ispirato pittori di tutto il mondo.

Vita

Caravaggio (1571-1610) si inserisce nel panorama dell’Italia del XVII secolo, in cui risulta protagonista il passaggio tra Tardomanierismo e Barocco. In questo contesto si diffondono due approcci principali all’arte: il classicismo, che riassume gli ideali classici (un esempio è l’artista Annibale Carracci), e il naturalismo, che opta per una rappresentazione fedele e realistica della realtà (il cui massimo esponente è Caravaggio).

Caravaggio fu un pittore che lasciò il segno nella storia dell’arte, capace di influenzare artisti a lui contemporanei (testimoniato dalle scuole caravaggesche) ma anche successivi, come Rembrandt in Olanda e Velazquez in Spagna.

Michelangelo Merisi nacque a Milano e prese il soprannome di “Caravaggio”, paese d’origine del padre Fermo.

La sua arte si allontanò dal classicismo per sottolineare una componente rozzamente realistica della realtà. Il suo fu un nuovo linguaggio figurativo che sollecitava la Chiesa al ritorno alla semplicità delle sue origini. Difatti, i modelli che utilizzò per le sue opere d’arte furono contadini, poveri, persone umili e dismesse, spettinati e con piedi sporchi per la raffigurazione di santi, famose prostitute romane per le sante e per le rappresentazioni della Vergine. Realizzò anche “quadri di genere”, opere che hanno per soggetto scene ed eventi tratti dalla vita quotidiana e che erano molto disprezzate dagli accademici.

I suoi quadri spiccano in maniera particolare tra quelli di altri artisti per una particolarità sempre presente: l’evidente e forte contrasto tra luci e ombre, reso soprattutto attraverso lo sfondo scuro e la pelle chiara dei soggetti. Caravaggio, rappresenta la realtà dell’attimo, del momento in cui rivive la memoria del passato e riesce a creare delle opere d’arte suggestive e molto diverse tra loro, lasciando comunque traccia della sua mano.


I bari

I bari

La sua carriera artistica precoce ebbe inizio a tredici anni, quando entrò nella bottega dal pittore manierista Peterzano. Nel 1594 l’artista si trasferì a Roma, dove realizzò uno dei suoi dipinti più famosi, “I bari”. Il dipinto è stato commissionato dal cardinale Francesco Maria del Monte, fa parte dei dipinti etici (dove è messa in evidenza l’etica dell’artista) e dei quadri di genere.

La scena rappresenta una truffa ai danni di un ragazzo (a sinistra nella scena) giovane, benestante e ingenuo vestito di nero, il quale viene imbrogliato dal suo astuto e disonesto (testimoniato dal pugnale alla cintura) avversario dagli abiti sgargianti (ricorda un giullare di corte). Quest’ultimo, mentre giocano a “zarro”, versione antica del poker moderno, si fa dire dall’amico, che spia le carte del coetaneo, quale è la carta che deve tirare per vincere e che questo estrae da dietro la schiena.

I personaggi sono molto caratterizzati, grazie agli indumenti e all’ambiente in cui sono inseriti. Un ruolo fondamentale è giocato dalla prossemica, dalle espressioni facciali (es. il sopracciglio alzato, gli occhi), dalle loro pose e dai gesti enfatizzati. Riassumendo, la scena presenta una grande tensione teatrale, in cui sono perfettamente riconoscibili i ruoli e le personalità dei suoi protagonisti. Un esempio è l’atteggiamento dei due truffatori, di cui riusciamo a sentire l’ansia e la respirazione mozzata, che tendono il proprio corpo verso l’alto, aspettando con grande suspense il momento di buttare giù la carta vincente. I due imbroglioni vengono rappresentati, inoltre, entrambi con un solo occhio (l'occhi dell’Inganno), come se fossero una persona sola: una possiede gli occhi per vedere le carte dell’avversario e l’altro usa gli arti per mettere in atto la truffa. A loro si contrappone l’atteggiamento più riflessivo del giovane ingenuo che, chiudendosi più in se stesso, si chiede quale sia la mossa migliore che deve fare (mentre rende nervosi gli imbroglioni impazienti). Con questa antitesi, Caravaggio crea una sorta di dinamismo delle figure, che può essere percepita anche dallo stesso spettatore, parte integrante dell’evento.

La luce ha un ruolo fondamentale in tutta la composizione: proviene dall’esterno (sia da una finestra dalla destra, che da una fonte luminosa frontale sinistra) e permette di distinguere gli elementi della scena. Il quadro è ricco di dettagli come la spada alla cintura del giocatore, il cappello dalle piume rovinate, la tovaglia rifinita con la trama scura e la scatola di backgammon sulla sinistra: questi elementi contribuiscono a rendere estremamente reale la scena e dimostrano la grande abilità pittorica di Caravaggio.

Il messaggio dell’opera è di natura etica (la condanna del malcostume e del vizio del gioco) e consiste in una funzione morale della virtù che deve sempre essere attiva per individuare gli inganni ad ogni angolo del mondo.

Scudo con la testa di Medusa

Scudo con la testa di medusa

Medusa è una divinità mostruosa appartenente alla mitologia greca con il potere di pietrificare chiunque la guardi grazie alla folta chioma di serpenti sulla sua testa. E’ un soggetto che ha lasciato una traccia ben visibile nel corso dei secoli, soprattutto grazia al potere della sua testa mozzata, il Gorgoneion, inquadrata miticamente come un amuleto protettivo e capace di tenere lontano il male e rendere giustizia.

Caravaggio realizza lo Scudo con Testa di Medusa, anch’essa commissionata dal cardinale Francesco Maria del Monte, ora custodita alla Galleria degli Uffizi, a Firenze. Gli storici sono convinti che Caravaggio affrontò il tema della Medusa spinto da una precisa esigenza culturale. Infatti, la dea era una figura mitologica molto amata dalla famiglia de’ Medici. Inoltre, nell’ambiente degli umanisti la Gorgone era considerata l’allegoria della Prudenza acquisita attraverso l’uso della Sapienza. Donare un’opera con la riproduzione della Medusa era quindi di buon augurio.

Caravaggio rappresenta il momento di massima tensione della scena più violenta del mito, in cui la testa da poco mozzata dipinge sul viso di Medusa l’abbandono del corpo terreno da parte della vita. Il pathos viene enfatizzato dall’espressione della figura mostruosa che spalanca la bocca per emettere l’urlo assordante della morte, mentre gli occhi sembrano fuoriuscire dalle orbite, accompagnate dall’agitazione dei serpenti. Questi sono disegnati secondo alcuni disegni botanico-naturalistici realizzati che riproducono figure di vipere.

Solitamente, nei quadri di Caravaggio, i personaggi rappresentati emergono grazie alla illuminazione diretta che mette in evidenza le muscolature e valorizza le posture drammatiche e spettacolari. La testa della Medusa non emerge da un fondo particolarmente scuro, però l’illuminazione fa sì che si crei un intenso effetto chiaroscurale che evidenzia il viso non idealizzato e terrorizzato della Gorgone. In questo modo, il verde risulta più spento e freddo mentre l’incarnato è brillante, caldo e saturo e contribuisce all’espressività dell’opera.

Il supporto è curioso, ma non casuale. Il dipinto a olio è montato su uno scudo convesso in legno che fa rivivere il mito greco, dato che, quando era in suo possesso, Atena aveva deciso di montare la testa serpentosa sul suo scudo sacro. La convessità dello scudo, però, è annullato dalla concavità suggerita dall’ombra dipinta sullo sfondo ed enfatizzata dai serpenti.


Al prossimo articolo!

L(&A)

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