Carlo Goldoni (1707-1793) è stato un commediografo italiano del '700, considerato il riformatore della commedia moderna.
In questo articolo, il secondo dedicato a questo autore (Carlo Goldoni (1) - La riforma del teatro), vediamo l'evoluzione e l'itinerario della commedia.
Prima fase
[Medebach, 1748-1753]
Goldoni segue il "mondo" ed il "teatro". Il mondo a cui fa riferimento, però, non è tutta la realtà ma solo il suo microcosmo: la Venezia del suo tempo e in particolar modo la borghesia e la nobiltà. Venezia era una città dominata da una oligarchia forte, legata al rispetto dei propri privilegi e anche da una borghesia che iniziava a farsi spazio.
Goldoni in particolare si fa portavoce dei valori di questa borghesia, soprattutto nelle vesti di un personaggio: il mercante. Questo ha ancora la maschera di Pantalone e che ha come valori la sincerità, la puntualità, il senso di decoro e onore, la moralità ineccepibile, l’attaccamento alla famiglia e la laboriosità (caratteristiche che vengono fuori, nonostante la maschera).
Contemporaneamente critica la nobiltà, ad esempio con La putta onorata e La buona moglie, con cui evidenzia i vizi di questo gruppo sociale. Lui colpisce la nobiltà non perché sia un rivoluzionario ante litteram, ma perché critica la loro inerzia, la loro esistenza da parassiti, attaccati a dei valori vuoti che non danno un contributo alla società. Il suo non è un contributo per cambiare le gerarchie sociali, ma è un invito rivolto alla nobiltà, affinché possa prendere parte attivamente alla società.
Con la riforma graduale, l’intreccio si fa più verosimile e quindi vanno scomparendo gli equivoci e gli scherzi troppo forti per fare largo alla realtà quotidiana con i dialoghi di persone comuni, con caratteri molto semplici. Il suo intento è quello di dare vita ad un genere serio e di avvicinarsi al teatro illuminista europeo, proponendo un’opera edificante e con un intento morale: proporre buone virtù e correggere i vizi.
Seconda fase
[Teatro di San Luca, 1753-1758]
Goldoni vive una fase incerta, perché si trova a gestire un teatro più grande, una scena e una sala più vaste, dove non può più rappresentare solo il piccolo interno familiare, ma anche gli esterni e le città. Ha a che fare con attori meno bravi e meno noti ed un impresario più difficile da gestire.
Inoltre, è costretto ad affrontare due rivali: Pietro Chiari e Carlo Gozzi, che scrivono testi più esotici ed avventurosi. Il pubblico che prima apprezza Goldoni e il gusto per il verosimile e il ragionevole comincia ad essere attratto dalla materia più evasiva trattata dagli altri due autori. Per questo motivo, Goldoni deve cercare di adeguarsi ai nuovi gusti degli spettatori e rappresentare paesaggi esotici, come nella Trilogia Persiana.
Nelle commedie di carattere passa dal rappresentare personaggi positivi come il mercante, a personaggi invece maniaci, infermi, pazzi, con difetti anche fisici. Uno dei motivi è il fatto che l’autore affronta in questo periodo delle crisi nervose e vede questo problema anche negli altri, quindi cerca di rappresentarlo. Questi sono personaggi antisociali, nevrotici, misantropi, cioè posseggono aspetti che lui non aveva mai celebrato fino ad allora, con una maggiore attenzione al popolo.
Questo momento di crisi psicologica lo porta a viaggiare e arriva fino a Roma per poi tornare a Venezia, dove si tranquillizza e comincia la fase matura della sua produzione.
Terza fase
[Maturità, 1759-1762]
Inizia a guardare la borghesia veneziana con occhio diverso, perché in questo periodo aveva subìto un duro colpo: Venezia aveva perso alcuni suoi possedimenti. Questo ha portato ad uno sguardo più interessato all’agricoltura, mentre il mercante aveva perso il suo slancio precedente.
A causa di ciò, tutte le virtù che Goldoni aveva prima celebrato, sono diventate dei difetti:
senso di economia e risparmio => avarizia
puntualità => ostinazione
A Goldoni viene meno la base sociale del suo ottimismo, guarda con occhio più critico e severo questi personaggi. Così dal mercante Pantalone aperto e illuminato, si passa al RUSTEGO (termine veneziano che indica un personaggio autoritario e ottuso su cui si scagliano i giovani e le donne, perché sono questi ultimi a dimostrare ancora una certa vitalità e apertura alla socialità che lui promuoveva).
Le opere più significative del periodo sono proprio I rusteghi (1760) e La trilogia della villeggiatura, tra cui Le smanie della villeggiatura (1761), dove lui punta il dito contro i rusteghi che cercano di ostentare delle ricchezze che non hanno più per apparire agli occhi della gente in un determinato modo.
Secondo alcuni non c’è stato un cambiamento della visione della borghesia, ma Goldoni è passato semplicemente dalla visione utopistica e idealizzata della realtà a quella reale.
Nel 1762 scrive le Baruffe chiozzotte, dove vengono descritti i pescatori di Chioggia. Questi appartengono ad una classe sociale che ancora conserva la vitalità e la spontaneità di sentimenti che la borghesia ha perduto. Ancora, però non c’è la tragicità di quotidiano che c’è nei Malavoglia o nei Promessi Sposi, ma una visione ancora un po’ superficiale dei pettegolezzi di questa classe.
Quarta fase
[Parigi, 1762-1793]
Qui si trova a dover affrontare delle amarezze, perché il pubblico è ancora legato alla Commedia dell'arte. Goldoni deve fare un passo indietro, quindi scriverà delle storie con un intreccio calibrato e costruito nei minimi dettagli, ma la trama è abbastanza inconsistente.
Gli anni della vecchiaia vengono ricordati soprattutto per la stesura del MEMOIRES, una sorta di autobiografia in francese, che non è dedicata a tutti gli aspetti della sua vita, ma solo quello del teatro: com’è nata la sua passione e come si è sviluppata, i suoi successi ed insuccessi. Ci mostra il suo percorso come rettilineo e coerente, anche se non è stato propriamente così. Ci sono anche alcune incongruenze, ma sicuramente offre degli spunti interessanti anche grazie ai ritratti gradevoli (Vivaldi, Rousseau, fratello militare come un fanfarone di Plauto). Rientrano nell’autobiografia anche le prefazioni e i 17 volumi delle opere, che raccontano la sua vita dal punto di vista teatrale e che sono passate alla storia come Memorie italiane (1761-1778).
La locandiera
A cavallo tra la prima e la seconda fase, nel 1753 Goldoni realizza "La locandiera", il suo capolavoro. La commedia, amata dagli attori e dal pubblico, è formata da tre atti.
Quando il testo è stato dato alle stampe, l'autore ha premesso una prefazione che prende il nome di Autore a chi legge. Questa insiste sul fatto che nella figura della protagonista femminile Mirandolina lui ha voluto inserire un esempio della crudeltà delle donne seduttrici, testimoniato dall'incanto provocato sugli uomini dalle sirene che collezionano amanti).
Per questo secondo lui, La locandiera è la commedia più moralmente utile. Sembra quasi che lui volesse compiacere un pubblico di moralisti benpensanti, ma in realtà anche in lui c’è una parte moralista. E’ evidente che non guardava con simpatia al fascino femminile e alla sensualità.
Inoltre, la parte di Mirandolina era impersonificata da Maddalena Mariani, bellissima ballerina e attrice del tempo con cui Goldoni ha avuto rapporto oltre il semplice teatro.
I personaggi principali sono
Il Cavaliere di Ripafratta (misogino, incarna il pensiero di Goldoni);
Il Marchese di Forlipopoli (sostiene che le donne abbiano bisogno di protezione);
Il Conte d'Albafiorita (sostiene il potere del denaro sulle donne);
Mirandolina, locandiera:
Fabrizio, cameriere di locanda.
Al prossimo articolo!
L(&A)
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