Oggi i protagonisti del nostro articolo sono gli etruschi.
Cenni storici
Il popolo etrusco si formò tra il X e il VII secolo a.c. fra il Tirreno e i fiumi Tevere ed Arno. Per questo motivo i Greci li chiamavano "Thyrrenoi", ovvero "abitanti del Tirreno". Le loro origini sono sconosciute: Erodoto li descrive come provenienti da Oriente, mentre Alicarnasso li rappresenta come popolo autoctono.
La loro arte
L'arte etrusca ebbe sempre un legame con la vita quotidiana ed ebbe una finalità pratica. Questo fatto è testimoniato dalle numerose tombe e dai sarcofagi pervenuti. Gli Etruschi si concentravano su di un'arte spontanea, che mirava all'intensità dell'espressione anche a costo di deformare la realtà naturale. La scultura etrusca non ha valore in sé come opera d'arte, ma vale per il significato pratico che le si vuole dare. Alcuni esempi solo le statue in bronzo come la Chimera d'Arezzo, il Bruto Capitolino e l'Arringatore del Trasimeno.
Arringatore del Trasimeno
L'Arringatore del Trasimeno è oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si tratta di una statua bronzea alta 1,80 m e realizzata mediante l'utilizzo della tecnica della fusione a cera persa nel I secolo a.C. La sua importanza riguarda il fatto che questo è l'unico esemplare di statua in metallo etrusca integra arrivata fino a noi.
La statua rappresenta un uomo maturo a grandezza naturale con ciocche di capelli aderenti alla testa, che indossa una toga romana bordata da una benda e dei calzari. La sua realizzazione non è stata semplice: prima sono state create 7 parti distinte che, poi, sono state assemblate.
Come dice il sono nome, l'uomo sta compiendo un'arringa attraverso dei gesti appartenenti alla vita quotidiana. Il braccio sinistro, alla quale mano c'è un anello che determina il suo rango, è steso lungo il corpo. Il braccio destro, invece, è alzato e la mano destra, molto più grande rispetto alle altre parti del corpo, porta ad una visuale preferenziale verso destra. La figura non è, quindi, idealizzata e non rispetta le proporzioni della scultura classica o i virtuosismi di quella ellenistica, dato che il soggetto è spontaneo e naturale.
La statua è stata realizzata molto bene, in quanto sono presenti poche incertezze anatomiche. Sono ben evidenziati il gesto e il volto dell'arringatore. La testa, infatti, si trova posizionata su di un collo alto e il viso presenta delle righe per evidenziare la senilità e, perciò, la saggezza dell'individuo. Degli occhi, realizzati in pasta vitrea, sono rimaste solo le cavità oculari, che rendono ancora più espressiva l'opera.
Per identificare il personaggio rappresentato bisogna rivolgersi ai dettagli della toga, perché presenta una particolare scritta nell'alfabeto di Chiusi di quel periodo: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo". La scritta, i dettagli del volto e l'anello ritraggono il contabile etrusco Aulo Metello. Il fatto che lui stia indossando una toga romana nonostante sia etrusco, ci porta a comprendere che in quel periodo si era già avviato quel processo di scomparsa della civiltà etrusca inglobata da quella romana: Aulo Metello nato etrusco, diventato cittadino romano.
Al prossimo articolo!
L(&A)
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