Nasce in Michelangelo un precoce amore per l’arte e comincia i suoi studi presso il Ghirlandaio, diventando scultore, pittore, architetto e poeta. Tuttavia, predilige la scultura ed è convinto che nel blocco di marmo la scultura risultante esista già, sta ad un buon artista il compito di togliere ciò che è in eccesso.
Pietà
La Pietà è gruppo scultoreo che rappresenta la Vergine Maria mentre tiene sulle ginocchia il corpo del figlio morto, in una perfetta e proporzionata composizione piramidale.
La scultura si trova all’interno della Basilica di San Pietro ed è protetta da una teca di vetro di sicurezza da quando nel 1972 un geologo affetto da problemi psichici saltò sulla balaustra della cappella laterale, brandendo una mazza e urlando “Io sono Cristo, risorto dai morti!”. L’atto vandalico provocò la frattura del braccio sinistro di Maria, del naso, del velo e della palpebra sinistra.
Il tema iconografico della Pietà, cioè il corpo di Cristo sulle gambe della Madonna dopo la crocifissione, è di origine nordica e di “moda” in Francia, dove i due personaggi hanno una posizione rigida e non costituiscono un’unità. L’interpretazione di Michelangelo è del tutto innovativa e realistica: Maria e Gesù sono uniti in modo molto naturale come se la madre stesse cullando il figlio.
La Vergine ha lo stesso abito che indossa nell’Annunciazione di Leonardo, ma in più ha una fascia che ha permesso all’autore di firmare, per l’unica volta nella sua vita, l’opera con l’iscrizione: “Michaelangelus Bonarrotus florentinus faciebat”. I soggetti presentano dei visi rilassati e Maria è molto giovane: questo rappresenta la privazione del peccato e il loro essere al di là del tempo.
Michelangelo scolpirà altre Pietà, come la Pietà Rondanini, dove madre e figlio sono di nuovo soli, un non-finito emozionante e carico di pathos.
David
Una volta tornato a Firenze, Michelangelo scolpì nel 1501 il David, statua di marmo di Carrara alta 4 metri e pesante 6 tonnellate.
Essa rappresenta l’eroe calmo e sicuro di sé come forza morale piena di “virtus”. È nudo, riprende l’arte classica anche per il chiasmo e la ponderazione del Doriforo di Policleto, cioè l’equilibrio ottenuto dall’incrocio tra gamba destra e braccio sinistro portanti e gamba sinistra e braccio destro rilasciati.
Nonostante ciò, la statua prende le distanze dalla tradizione classica attraverso le proporzioni: la testa e le mani sono più grandi del normale perché rappresentano il potere della ragione.
L’eroe non ha ancora affrontato il nemico, perciò questa è la scena anteriore al combattimento in cui ha la fronte corrugata per la concentrazione. Presso una delle due spalle manca un muscolo, perché il marmo utilizzato dallo scultore era deteriorato e si lavorava con fatica.
Tondo Doni
Nello stesso periodo, Michelangelo dipinse il Tondo Doni, opera che rappresenta la Sacra Famiglia.
La forma dell’opera è piuttosto inconsueta, dato che il tondo era in genere un “desco da parto”, così come la posizione dei personaggi: le tre figure sono unite insieme da un movimento a spirale, la cosiddetta linea serpentinata. Le figure sono particolarmente tridimensionali e plastiche anche grazie al colore vivace e brillante, usato per dare volume. La linea definisce bene il contorno e stacca le figure dallo sfondo enfatizzando la solidità.
Questo costerà a Michelangelo la critica di Leonardo che lo rimprovererà per l’eccesso di muscolatura derivato dall’origine scultore dell’artista. In secondo piano c’è il piccolo Giovanni il Battista e alcuni “ignudi” che attendono di essere battezzati appoggiandosi.
Il paesaggio è caratterizzato da una profondità resa attraverso la prospettiva cromatica, diversa da quella di Leonardo per la mancanza della sfocatura.
Basilica di San Pietro
Nel 1506 ebbe inizio la ricostruzione della nuova Basilica di San Pietro per volere di papa Paolo III. Michelangelo riprese il progetto di Bramante: una chiesa a croce greca con pianta centrale. Intorno disegnò uno spazio con perimetro esterno particolarmente scultoreo e una cupola gigantesca. Tuttavia, il suo progetto venne modificato, dato che la pianta divenne longitudinale, creando il problema della cupola poco visibile che sarà risolto da Bernini.
La cupola è l’elemento caratteristico del panorama urbano. Michelangelo ne diresse i lavori fino al completamento del tamburo. Alla sua morte Giacomo Della Porta rialzò il sesto della cupola di 11 m e terminò la costruzione. Come la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, anche questa presenta una doppia calotta, ma è molto più scultorea di quella del Brunelleschi, grazie al cerchio di colonne binate che la circonda, ai forti costoloni e alle finestrelle che si aprono sulla calotta esterna. La cupola ha un diametro interno di 42,56 m e costituì il modello per numerosissime cupole sparse per il mondo.
Al prossimo articolo!
L(&A)
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