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Mara, una donna del Novecento - Conferenza con Ritanna Armeni

Il giorno 29 Aprile ho avuto il piacere di partecipare ad una Conferenza con la scrittrice Ritanna Armeni, autrice del libro “Mara, una donna del Novecento”. Il progetto fa parte dell’attività ”Incontro con l’autore” che il Liceo Scientifico Galeazzo Alessi organizza ogni anno per spronare i suoi studenti ad una lettura consapevole.


L’autrice confessa la sua paura di pubblicazione del libro. I quesiti sono semplici, ma non banali: “Come verrà giudicato il mio libro? Il ruolo giocato dai personaggi che ho descritto verrà interpretato nella giusta maniera?”. Vediamo di cosa si tratta.


Struttura narrativo-storica

Il romanzo può rientrare in vari generi: storico, formativo, narrativo, psicologico sono solo alcuni. Quello che affascina, oltre la vicenda raccontata, è la struttura del libro stesso, il quale alterna capitoli narrativi e capitoli in corsivo, dove vengono condivise informazioni puramente storiche sul periodo fascista che fa da sfondo alla vita della protagonista Mara. La signora Armeni ci racconta di come queste parti non siano nate spontaneamente. La sua idea iniziale era di integrare rielaborazioni di articoli sul periodo mostrato così da poter informare in maniera lieve il lettore riguardo al contesto in cui si svolgono i fatti. In realtà, il processo non è stato così limpido come pensava: nonostante il suo passato da giornalista, l’autrice rivela il fastidio provato alla lettura ultima della prima stesura completa del romanzo, che risultava pesante e lento. Seguendo questa direzione, ha deciso perciò di occuparsi nuovamente dei capitoli storici per renderli più confortevoli e scorrevoli alla lettura. È lei stessa a dirci: “Non si finisce mai di imparare!”.


La guerra delle Donne: oltre la comune conoscenza

“Mara, una Donna del novecento” è un libro che va a fondo nell’analisi della seconda guerra mondiale e non la descrive dal punto di vista degli uomini. Viene messa in campo una nuova verità, ci tiene a sottolineare la signora Armeni, che si è occupata della stesura di altri romanzi che vanno oltre la superficie dell’analisi odierna. La guerra raccontata dallo sguardo del genere maschile è ormai un evento ordinario. È per questo che abbiamo bisogno di andare a scavare e trovare la voce delle donne, che sono sempre state schermate e messe in silenzio in secondo piano.

Finalmente, ci racconta l’autrice, l’immagine e la psicologia della donna nel fascismo viene riscoperta e prende forma. Si tratta di un racconto difficile, che ha bisogno di molta ricerca e che dipinge un quadro nuovo, anche rispetto ai libri di storia. La donna deve essere una madre prolifica, pronta ad educare gli emergenti giovani fascisti. Ma non c’è solo questo, perché “Mara, una donna del novecento” è in grado di sollevare anche altri aspetti, attraverso la ricerca di testimonianze e fonti dal vivo. Per esempio, la donna è chiamata al lavoro. Non è un controsenso: può essere pagata di meno e questo conviene. Ma da ciò emerge soprattutto lo spirito di emancipazione del genere femminile. La necessità di prendere in pugno la propria vita e diventare le protagoniste di una società che parla di forza, di energia, anche se quasi esclusivamente per l’uomo.


Mara: lo strappo nel cielo di carta fascista

La protagonista Mara, verso cui l’autrice indirizza amore e affetto, nasce fascista. Durante la guerra, viene chiamata a lavorare, si occupa di documenti, al posto degli uomini impegnati nello scontro e viene derisa dai restanti per il solo fatto di essere donna, nonostante le sue competenze e la sua bravura. Inoltre, realizza anche il sogno di studiare alla Facoltà di Lettere e collabora con il suo professore nella stesura della tesi su Virgilio, autore da lei adorato fin da giovanissima.


Mara a è una donna fascista, sì, ma non per molto. Come in tutti i romanzi di formazione, la protagonista cresce e si evolve fino a rompere definitivamente con l’ideologia ed i valori di Mussolini. Il Duce rappresenta una guida morale, politica, spirituale e sociale per gli italiani, che protegge ed ispira. Un equivalente di Stalin che, con la politica del terrore ed altre strategie come la propaganda, instaura un totalitarismo slavo in cui risulta essere una vera e propria figura paterna per i russi. Il quadro di Mussolini regna nella casa della famiglia di Mara, che dopo vari eventi riconosce le contraddizioni di un regime che stava iniziando a traballare. Cade il Duce, si sgretolano le convinzioni e finalmente ci si distacca da un apparato pomposo e al contempo vuoto.


Nadia: lo spirito di emancipazione femminile

Nadia, la migliore amica, invece, prende una strada diversa: la sua adesione al fascismo è perenne. In una lettera a Mara scrive:

“Un paese di traditori, di conigli, di disertori, ma chi è rimasto con il Duce e con la Patria non si arrenderà.”

Segue Mussolini fino all’instaurazione della Repubblica di Salò e lo venera in qualsiasi sua azione. Ostinata, convinta, testarda e fervente fascista, si impegna a servire la Patria fino alla morte. Disprezza chi si oppone o rivela la sua antipatia verso un sistema politico che fino a poco tempo prima idolatrava. L’autrice, però, ci confessa il timore di dipingere un personaggio di questo tipo per le possibili considerazioni che possono essere fatte dalla critica. Nadia non incarna tanto la donna fascista, quanto la donna emancipata. Una donna che desidera lottare, ora che finalmente le viene riconosciuto un ruolo importante e di spicco nella società. Può partecipare, mostrare interesse e devozione, sicura di essere ascoltata. È lo spirito di libertà e lotta per se stessi che il personaggio di Nadia dovrebbe insegnarci.

La mia domanda alla signora Armeni

La nuova generazione femminile

Riguardo alla modernità, la signora Armeni ci stupisce ancora e ci confida un suo pensiero. Checchè se ne dica, sostiene lei, le ragazze di oggi hanno imparato dal passato. Se la sua stessa generazione ha avuto la tendenza di negare il genere maschile, ora il presente si è arricchito di esperienza. La donna riesce a realizzare e a guardare se stessa attraverso gli occhi di altre donne. Si rispecchia, si osserva, si studia nell’interazione con l’altra ed arriva a conoscere se stessa ed il mondo che la circonda.



Ringraziamo la signora Armeni per la sua disponibilità ad ascoltare e rispondere alle nostre domande, sempre con il sorriso e la voglia di condividere con noi la sua esperienza di ricerca e scrittura.


Al prossimo articolo!

L(&A)

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