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Le Regge della Campania: da Capodimonte a Caserta

Immaginiamo di girare con la nostra macchina per la Campania: quali sono le mete che non possiamo assolutamente farci sfuggire? Tra le tante attrazioni, non possiamo farci mancare le famose Regge campane, di cui qui in particolare la Reggia di Capodimonte e la Reggia di Caserta.

Reggia di Capodimonte

Una delle cinque regge dei Borboni è la Reggia di Capodimonte, spesso ricordata come Museo grazie alla sua funzione espositiva di varie collezioni d’arte di proprietà reale. Il Re Carlo, infatti, aveva ereditato la Collezione Farnese, soprattutto le ceramiche. In particolare, queste venivano fabbricate nello stesso Parco della Reggia, dato che le forniture provenienti dalla Cina non arrivavano mai intatti alla Residenza a causa delle peripezie del viaggio esperito.

La Reggia assume la funzione di Museo anche a causa delle esigenze del Re, che aveva fatto cominciare la costruzione nel 1738, per poi partire alla volta di Madrid nel 1759.


A seguire, passiamo in analisi alcune delle opere più importanti del Museo della Reggia.


Il lascito artistico più numeroso della collezione è costituito dai quadri di TIZIANO. Un esempio è il Ritratto di famiglia, che rappresenta Pierluigi ed Alessandro Farnese assieme al nonno Papa Paolo III, colui che aveva coniato il nepotismo, oltre ad aver istituito la Santa Inquisizione ed il Concilio di Trento. Il dipinto è caratterizzato da una forte valenza cromatica, dato che la pittura tonale, non anticipata da un disegno preparatorio, trasmette la psicologia dei personaggi. Infatti, il Papa anziano sembra rimanere attaccato al suo passato al soglio pontificio che presto dovrà abbandonare, mentre i due nipoti sono già "sistemati" per il futuro: uno indossa le vesti civili e l'altro quelle cardinalizie. Un dettaglio degno di nota è la mano di Paolo III che teoricamente dovrebbe essere poggiata sul tavolo, ma si può vedere solo in trasparenza a causa dell'incompletezza del lavoro pittorico.

Un altro esempio della produzione di Tiziano è l'Annunciazione, ulteriore testimonianza della tecnica della pittura tonale, in quanto la scena si apprezza di più se lo spettatore si posiziona ad una debita distanza dal dipinto.

L'artista si occupa anche della mitologia, come viene comprovato dal quadro il cui soggetto è Danae, la fanciulla figlia del re di Argo, la quale viene rinchiusa dal padre in una torre a causa di una profezia. Questa, infatti, prediceva la morte di lui per mano di uno degli figli di Danae. Nonostante le precauzioni, Zeus è stato in grado di unirsi con lei trasformandosi in pioggia dorata.


Avanzando nella visita guidata, è possibile percepire una certa confusione a causa della varietà di prodotti artistici riscontrabili nel Museo. Infatti, in una delle sale limitrofe alla precedente, è possibile fare un "viaggio nel tempo" e passare dalla pittura del '500 a quella del '300. Rappresentativa di questo passaggio è la pala della Madonna della Mandorla, realizzata dal maestro del Perugino, Mascolino da Panicale. Torniamo allo stile del pieno Medioevo, dove le scene, rigorosamente su uno sfondo dorato, mancano di qualsiasi tipo di prospettiva. Per di più, le dimensioni dei personaggi è in proporzione alla loro importanza e gli angeli, nel ruolo di entità semplici, non possiedono nemmeno il corpo.


Proseguendo, ci è possibile passare al periodo del Rinascimento per fare un confronto sul tema della Vergine tra due degli artisti più importanti di quel periodo: Botticelli e Raffaello.

La Madonna del Recinto di Botticelli sorregge Gesù Bambino affiancato dagli angeli su di uno sfondo prettamente collinare. Le sue proporzioni sono quelle di origine classica, a partire dallo stesso Canone di Policleto, ma il volto pallido anticipa uno strano presagio di morte. Questo tipo di iconografia è riproposta anche dal pittore Sebastiano del Piombo, che dipinge una Madonna senza intimità o calore, quasi disgustata dal Bambino freddo, gelido, emaciato che prova a coprire con un velo.

La Madonna del Velo di Raffaello, invece, ha tonalità e colori completamente diversi, più saturi e vividi. La sensazione che suscita risulta opposta: è bella, calorosa, accogliente e lo stesso Bambino sembra ricevere più affetto.


Una curiosità non di poco conto, sempre appartenente al periodo rinascimentale, è la riproduzione in piccola scala del Giudizio Universale di Michelangelo senza le censure applicate dalla giuria ecclesiastica.

Il richiamo alla Madonna è presente anche in un'opera successiva di Luca Giordano, intitolata San Gennaro intercede presso la Vergine. L'arte appartiene allo stile barocco e ritrae la peste ed i suoi effetti sull'uomo, com'è intuibile dal bambino dell'angolo del quadro che piange la madre morta.


Anche se si tratta di un Museo, la Reggia ospita degli AMBIENTI CASALINGHI destinati alla famiglia reale, come il salone della culla, la sala ricreativa provvista dei ritratti di famiglia e la sala da ballo con candelabri e specchi finalizzati alla moltiplicazione del segnale luminoso per la mancanza di elettricità.



Reggia di Caserta

Facciamo partire la visita alla Reggia di Caserta dall'ingresso principale, ovvero quello che si affaccia sul giardino ellittico a percorsi radiali. L’accesso all’edificio è reso possibile dalla cosiddetta Galleria Cannocchiale, che attraversa per il centro tutta la reggia ed offre con un effetto prospettico la visuale del campo ed i giardini posteriori fino alla cascata, elementi che si trovano dalla parte diametralmente opposta. L'attraversamento divide simmetricamente in due la parte destra e sinistra del palazzo ed era usato prevalentemente per scarrozzamento. Inoltre, apre l’accesso alle gallerie laterali, impiegate per il passaggio pedonale delle guardie.


Il Vestibolo inferiore accoglie all’interno i visitatori attraverso il famoso Scalone d’Onore, il quale apre alla vista dell’imponente statua di Carlo di Borbone, re delle Due Sicilie, che per primo ha voluto la costruzione della Reggia. I lavori sono iniziati nel 1752 ed hanno delle motivazioni ben precise.

Alla salita al trono di Carlo di Borbone del 1734, il re ha dovuto affrontare delle problematiche ereditate dalla storia precedente. Una delle aree d’azione è stata il malgoverno, dovuto all’assenza effettiva del re in città ed all’impossibilità di possedere un regno autonomo. Questo è il motivo per cui Carlo ha ordinato la costruzione di ben tre regge:

  • Reggia di Capodimonte;

  • Reggia di Portici;

  • Reggia di Caserta.

La Reggia di Capodimonte è stata, ed è ancora, la “lustre dimora” impiegata per ospitare la collezione Farnese che il re aveva ereditato dalla madre Elisabetta Farnese, venuta a sua volta in possesso delle opere d’arte alla morte dello zio Antonio Farnese.

La Reggia di Caserta, invece, divenne ben presto residenza della famiglia reale a dominare parte del territorio in possesso della corona. Le istruzioni fornite all'architetto Luigi Vanvitelli che avrebbe dovuto curare il progetto erano quelle di realizzare una reggia che

  • superasse in grandezza e bellezza quelle più importanti europee (Reggia di Versailles francese e Reggia di Schonbrunn asburgica);

  • diventasse il polo ed il punto di riferimento di Napoli.



L’analisi del VESTIBOLO INFERIORE denota un'accurata attenzione nella scelta dei marmi. Lo Scalone d’Onore introduce il visitatore ad altre due rampe di scale laterali che portano al vestibolo superiore. Il vero spettacolo, però, è osservabile sul soffitto. Gli angoli ospitano quattro grandi medaglioni ad affresco che rappresentano ciascuno una stagione circondata da ghirlande. I tondi incorniciano la scena più imponente: la Reggia di Apollo come protettore delle Arti, attorniato da Muse e Divinità.

La particolarità di quest’ultimo affresco è la sua posizione in altitudine. Infatti, la superficie su cui si estende è superiore all’altezza normale del soffitto del palazzo, cosa che crea un’intercapedine della volta tra due calotte. Lo spazio è percorribile, anche se adesso è posto il divieto, e ci si arriva attraverso una scala laterale. La zona è comoda, ampia e confortevole per un motivo ben preciso: in caso di eventi importanti, veniva usato come cassa di risonanza che amplificava la musica suonata all’ingresso della famiglia reale dagli strumenti dei musici lì posizionati. Questo sistema faceva anche sì che gli ospiti si incuriosissero alla ricerca della fonte delle melodie, in quanto i musicisti da quel punto non potevano essere visti.



Il VESTIBOLO SUPERIORE permette l’accesso alla Cappella Palatina ed agli Appartamenti Reali e si sviluppa simmetricamente in corrispondenza delle finestre, ubicate in posizioni strategiche per il passaggio della luce a far brillare i marmi ed i pavimenti a piastrelle e modelli via via più complicati.


La Cappella Palatina è paragonabile ad una sorta di scrigno dorato, il cui pavimento anticipa la meraviglia con un intarsio marmoreo che via via si infittisce. La pala d'altare è raggiungibile attraverso i matronei o altre vie percorribili e rappresenta l'Assunzione della Vergine Maria. Le colonne e le lesene hanno dei danni visibili, dovuti ai bombardamenti delle potenze alleate del 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale.


Per raggiungere le stanze della residenza vera e propria, bisogna prima attraversare la Sala degli Stucchi, la quale produce un effetto sullo spettatore assai suggestivo ed inconsueto. I vari tableau in rilievo che corrono attraverso le pareti dell'aula riportano le conquiste della famiglia Farnese, mentre la statua del condottiero Alessandro Farnese gli fa indossare le vesti di un imperatore romano incoronato dalla Vittoria.


La visita agli Appartamenti Reali ci permette di immergerci in uno stile artistico sia Settecentesco sia Ottocentesco, come testimoniato dall'uso dei colori, dai busti e dai dipinti. Come è visibile nella pianta dell'edificio, le stanze del Re e della Regina sono nettamente separate, perchè distribuite simmetricamente sui due rami della Reggia.

Nel loro punto di incontro si percorre una stanza spartiacque che anticipa la spartizione delle camere attraverso due grandi tele. Sulla sinistra, infatti, si assiste alla scena in cui Re Carlo abdica a favore del figlio Ferdinando IV, siccome vuole lasciare il trono di Spagna separato. In realtà. la tela traduce l'evento in maniera più cronologicamente conveniente, dato che, al momento dell'abdicazione, il figlio aveva solo 9 anni e per questo dovette prendersi carico del suo ruolo solo a 16 anni, dopo esser stato mantenuto da un tutor.


Tra le stanze più suggestive, una è sicuramente la Sala di Marte, dedicata ai successi militari delle truppe napoleoniche. I bassorilievi raccontano scene provenienti dall'Iliade, culminanti sul soffitto nell'affresco del Trionfo di Achille su Ettore. Inoltre, un cratere di alabastro ingombra l'aula: si tratta di un dono fatto dal Papa Pio IX alla famiglia in ringraziamento per la protezione ricevuta.

Proseguendo, la Sala di Astrea è sovrastata da un affresco che raffigura la Giustizia nel simbolo della bilancia che governa, allontana le maldicenze, condanna la violenza dell'uomo con il bastone e protegge la Verità trasparente che incorona l'Innocenza attraverso il Buongoverno. Gli altorilievi delle pareti rappresentano Ercole affiancato dal Regno delle Due Sicilie: da un parte il cavallo rampante a simboleggiare Napoli, dall'altra lo scudo con le trinacrie per la Sicilia.

Questi elementi sono presenti anche nella Sala del Trono, che in più ripercorre nei tondi dell'ala superiore tutti i sovrani succeduti a partire dalla Dinastia Angioina.


Di grande effetto sono le Stanze delle Quattro Stagioni: la Primavera (attuata anche in ambito politico e sociale grazie all'arrivo del Re Carlo), l'Estate (i cui colori sono più vivaci ed il raccolto più abbondante), l'Autunno (in cui prevalgono i toni dell'arancione, giallo e ocra) e l'Inverno. A queste si affiancano il Bagno, la Sala della Conversazione e le ricche Biblioteche.



Foto realizzate da L(&A).


Al prossimo articolo!

L(&A)

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